Articolo di Federico Mattioli
“Show me somebody that doesn’t like to be respected” diceva David Foster Wallace in un’intervista di qualche anno fa. Gli attori Lino Musella e Paolo Mazzarelli, durante l’incontro dello scorso mercoledì 9 febbraio con noi spettatori Under 25 di Dominio Pubblico, hanno mostrato tutto il loro rispetto per Wallace, autore del testo che fra poche ore avrebbero portato in scena al Teatro India, per la regia di Daniel Veronese.
Incalzati fin da subito dalle nostre curiosità sullo spettacolo e il loro lavoro, ci hanno spiegato di aver incontrato, letto ed apprezzato l’autore americano già prima che Veronese li coinvolgesse nel progetto dello spettacolo sulle Brevi interviste con uomini schifosi. Musella e Mazzarelli hanno sottolineato in particolar modo la chiarezza clinica e l’ironia con cui Wallace parla della violenza del maschio contemporaneo sulla donna. Aggiungono che hanno ritrovato una simile chiarezza nel lavoro del regista argentino, e nella sua scelta di dar vita a uno spazio essenziale: due sedie e un tavolo dove sono appoggiati il copione dello spettacolo e un campanello, ma soprattutto nella scelta di pensare le singole battute, da Wallace concepite soltanto come parte di monologhi maschili, immaginandole anche per la risposta della donna, e facendole peraltro interpretare da un uomo. Musella e Mazzarelli si sono infatti alternati per ben otto volte nell’interpretazione dell’uomo e della donna.
“Serve che siano gli uomini ad assumere su di sé la critica della figura del maschio contemporaneo”. È questa la sfida che Musella e Mazzarelli assumono ogni sera portando in scena lo spettacolo.
All’inizio e alla fine di ognuno degli otto dialoghi che compongono lo spettacolo, viene suonato il campanello e i due cambiano posto e parte. In questo scambio, spiegano nell’intervista, si trova il cuore dello spettacolo. Costretti a cambiare sempre posizione, da vittima a carnefice e di nuovo vittima, Musella e Mazzarelli sentono la schifosa vicinanza degli uomini di Foster Wallace. È questa vicinanza, dice Mazzarelli, che rende questi uomini credibili. “Per un momento seguiamo la loro logica”. Anche se non può durare a lungo, per un momento noi spettatori abbiamo rispetto per entrambi i personaggi.
Per mesi Musella e Mazzarelli hanno lavorato sulle dinamiche degli otto incontri tra uomo e donna. Veronese ha presentato loro un copione con le indicazioni delle azioni sceniche, già strutturato grazie al debutto in Argentina. Il regista ha tuttavia lasciato gli attori liberi di sperimentare e introdurre nuove proposte. Del resto Musella e Mazzarelli si conoscono ormai benissimo sul palcoscenico, grazie a una collaborazione che dura da più di dieci anni. Aver condiviso un percorso così lungo lascia una forte traccia nel rispetto che i due attori mostrano l’uno per l’altro sul palco. È proprio questo rispetto che ha reso vivo e naturale i dialoghi tra i personaggi.
L’incontro è durato circa un’ora, ma anche dopo che Musella e Mazzarelli ci hanno salutati per andarsi a preparare, è rimasto con noi qualcosa della loro intervista, fino al momento in cui si sono spente le luci e ha avuto inizio lo spettacolo. Forse è stata la cura che hanno rivolto al testo di un grande autore scomparso e verso uno spettacolo frutto di mesi di lavoro. O senz’altro il rispetto verso l’evento che stava per accadere, la condivisione di uno spettacolo a teatro, e verso tutti quelli che ne prendono parte.
Brevi interviste con uomini schifosi
di David Foster Wallace
regia e drammaturgia Daniel Veronese
traduzione Aldo Miguel Grompone e Gaia Silvestrini
con Lino Musella e Paolo Mazzarelli
Produzione Carnezzeria srls, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Marche Teatro, Tpe Teatro Piemonte Europa, FOG Triennale Milano Performing Arts
con il sostegno di Timbre 4, Buenos Aires e Teatro di Roma – Teatro Nazionale