Articolo di Gabriele Lattanzi e Matteo Polimanti
All’improvviso, tutto diventa blu e arancio. Da via Roma, basta svoltare a destra verso il Civico Teatro Toselli e tutto, all’improvviso, diventa blu e arancio. Sono le magliette dei ragazzi e delle ragazze dello staff, dei volontari e delle volontarie di Mirabilia Festival Europeo.
Il pomeriggio di martedì 31 settembre, nella Piazzetta del Teatro un rito leggero e colorato accende la XV edizione del Festival di circo e arte performativa che ogni anno anima la città di Cuneo, con compagnie e operatori culturali provenienti da diverse parti d’Europa e non solo. Dopo le entusiaste parole del direttore artistico Fabrizio Gavosto, il passaggio di una macchina sembra interrompere la cerimonia di inaugurazione, dividendo in due il pubblico davanti al teatro. A sporgersi quasi fino a cadere dal finestrino, un clown dal vestito variopinto, che saluta tutti a suon di simpatici colpi di fischietto. Non una parola, gioca un po’ con i presenti, se la prende con un cane e un gatto che non vogliono concedergli l’applauso, fa una foto alla piazza, fino a entrare in teatro. Il direttore può allora riprendere la parola, consapevole che da lì in avanti nulla sarà più come prima: la meraviglia ha fatto irruzione nel Festival, lo straordinario ha colorato la città. Con frenesia viene simbolicamente tagliato il nastro inaugurale. A seguire un lungo applauso, con i ragazzi e le ragazze blu-arancio a farsi sentire più di tutti gli altri. Pochi attimi dopo un uomo con organetto alla mano, facendosi strada in mezzo alla folla, comincia a suonare e cantare The TimesThey Are A Changin’, sottotitolo di questa edizione. Ad accompagnare la melodia si uniscono a poco a poco gli altri componenti della Prisma Banda, anche loro nascosti in mezzo a noi comuni spettatori. Restiamo tutti in ascolto, ma nel frattempo ci accorgiamo che in molti, anzi troppi, cominciano a dare le spalle al teatro e quindi alla band. Ci giriamo anche noi, e tutto a un tratto avvertiamo un profondo stupore scorrerci nelle vene: i giovani circensi del Collettivo6tu sono alle prese con alcuni numeri acrobatici eseguiti con dolcezza e lentezza, in perfetta sincronia con la canzone.
Sono stati momenti come questi ad averci fatto vivere a pieno il Festival. Una permanenza, la nostra, che si è protratta fino alla domenica successiva e che ci ha permesso di godere dei più disparati spettacoli in giro per la città e nei suoi dintorni, nei due chapiteau – “ah ma si chiamano così i famosi tendoni?” – di Circo Madera e Teatro nelle Foglie.
Cuneo sembra essere una città prevista, una griglia di strade ordinate in un tessuto logico e composto. Nei giorni del festival la magia del circo pervade gli spazi cittadini con tutta la propria carica di straordinarietà e imprevedibilità. Elementi che si caratterizzano di solito come altri rispetto all’ordinario, e in questo senso svolgono quasi sempre un atto di rottura, di sovvertimento, attuando una presa di distanza rispetto all’ordine quotidiano. Eppure durante il tempo del festival i colori, le musiche e le acrobazie degli artisti partecipano in pieno alla vita regolare della città, diventano un elemento armonico all’interno di Cuneo come lo è il panorama alpino, le acque del Gesso e dello Stura che la attraversano o il palazzo comunale. Il piccolo miracolo che compie Mirabilia è inserire lo straordinario in un rapporto organico con la città, senza disinnescarlo.
Durante la messa in scena di Annotazioni per un Faust di Tommaso Monza e Natiscalzi, ad esempio, il pubblico si è aggirato per le strade di Cuneo indossando delle maschere nere e grigie; qualche giorno dopo, con lo spettacolo Il campione e la zanzara di Faber Teater, una carovana di biciclette ha invaso Via Roma e non solo, accompagnata da musica, grida e ampi stendardi gialli. Queste invasioni inaspettate meravigliano e sorprendono le famiglie sedute ai caffè, ma non stravolgono la loro idea della città. Con Mirabilia lo straordinario e l’inimmaginato non sono fuori dal reale, non lo mettono in piena discussione, ma si dimostrano un elemento del mondo al pari degli altri elementi, una lettera in più all’interno dell’alfabeto cittadino.
Due danzatori dalle gonne larghe ruotano su sé stessi per più di un’ora, una donna francese si graffetta le calze sulle gambe, ragazze e ragazzi si arrampicano e scivolano su pali cinesi, ma Cuneo è sempre la stessa, in tutti i luoghi in cui il festival accade: la corte il foro boario il teatro toselli i due chapiteau il parco fluviale i giardini fresia e di nuovo la corte il foro boario il teatro toselli. Via Roma parte sempre da piazza Galimberti per arrivare al vertice dell’altopiano; gli uccelli la sera, prima del buio, fanno rumore sopra le musiche degli spettacoli e negli attimi di silenzio; e i due torrenti si incontrano nel parco ai piedi della città, poco distante da uno dei tendoni montati.
Così l’intero festival, come fosse uno degli artisti che lo attraversano, compie la propria acrobazia difficile e non improvvisabile, che agli occhi di chi guarda sembra un unico movimento fluido e naturale.
Oltre lo stupore, la formazione. Fra una meraviglia e l’altra, preziose si sono rivelate le occasioni di incontro, confronto e dibattito con gran parte degli operatori culturali presenti. A partire dal Round Table di giovedì 2 settembre, per riflettere su Identità artistica e internazionalizzazione e su come poter Costruire la crescita delle compagnie di circo e arti performative italiane, fino ad arrivare alla possibilità di assistere alle lezioni del progetto TAKE OFF 2.0, pensato per dotare giovani artisti e operatori delle competenze amministrative e gestionali necessarie per la corretta produzione e diffusione di uno spettacolo dal vivo, per non parlare di tutti i momenti più informali dove anche le chiacchiere sono state utilissime. Uguale rilevanza ha poi avuto il momento conclusivo del Festival, che ci ha visti prender parte al lavoro della giuria incaricata di nominare i vincitori della prima edizione di Mirabilia Award, per cui una parte della programmazione è stata affidata ai giovani volontari, dopo aver indetto una call aperta a tutti. Dai ragazzi ci siamo fatti raccontare il processo di selezione e successiva programmazione, confrontandolo con l’esperienza annuale di Dominio Pubblico, raccogliendo stimoli e individuando criticità, insieme.
And the Award(s!) – a sorpresa un ex aequo – go to Super Ginger! di Stivalaccio Teatro e Drama Sound City di Stalker Teatro.
Un ultimo ringraziamento va poi a Simone Pacini, insieme al quale, grazie al progetto Comunicacircolab in collaborazione con Quinta Parete, abbiamo ragionato sulle più efficaci modalità di racconto in simultanea del Festival, gestendo il profilo IG di Comunicacirco, creando contenuti scritti e fotografici ricondivisi poi dall’applicazione Mirabilia. Quest’ultima esperienza ci ha portati ancor più a esplorare gli angoli segreti della città, cogliendo dettagli e particolari nascosti, che con simpatia e leggerezza abbiamo cercato di condividere con più persone possibili, nonostante qualche trovata un po’ boomer…
Mirabilia è un Festival che si guarda dal basso verso l’alto, con la testa all’insù, sempre pronta a seguire con lo sguardo le infinite perizie acrobatiche degli artisti. Anche l’ultima sera di Festival i nostri occhi si levano in cielo, eppure di spettacoli non ce ne sono più. In una notte povera di stelle, a illuminarci sono le tante piccole lucine dello chapiteau, a salutarci per un’ ultima volta, c’è il circo. Ma niente paura: è solo un arrivederci.