Non ci bastava raccontare il progetto Live Streaming Theatre allo Spazio Rossellini solamente con degli articoli di riflessione sui singoli spettacoli, come fatto finora.
Abbiamo provato a creare una seconda narrazione alternativa alla prima, e per farlo abbiamo fatto affidamento sui ragazzi dei licei romani del Caravillani, del Ripetta e del Tasso, che ci hanno fatto compagnia dall’inizio alla fine del progetto non solo vedendo i tre spettacoli in streaming, ma anche partecipando ai diversi incontri di confronto con le compagnie in residenza.
Agli studenti dei due licei artistici, il Caravillani e il Ripetta, abbiamo chiesto di realizzare delle opere figurative per ogni spettacolo visto, secondo la propria sensibilità, mentre gli studenti del liceo classico T. Tasso hanno realizzato dei testi a riguardo, anche questi secondo la creatività di ognuno di loro, in versi o in prosa. Mostrarvi il risultato di questa collaborazione ci sembra il modo migliore per concludere la nostra narrazione del progetto Live Streaming Theatre, per il quale ringraziamo nuovamente lo Spazio Rossellini – Polo Culturale Multidisciplinare della Regione Lazio.
Di seguito ecco i tre link di collegamento ai lavori realizzati in relazione ad ognuno degli spettacoli programmati.
L’ultima live di JumboBimbo87
Solitudine, alienazione, alterazione della normale dinamica dei rapporti interpersonali. “Jumbo Bimbo 87”, lo spettacolo teatrale messo in scena da Dominio Pubblico, esplora il mondo dei social network, le conseguenze che essi generano sulla vita di tutti i giorni e lo fa ricorrendo ad una idea narrativa originale. Lo spettatore viene catapultato in una vera e propria live di YouTube, nel corso della quale il protagonista interagisce con il pubblico, cui viene fornita la possibilità di chattare in diretta con lui.
Un escamotage teatrale che priva lo spettacolo di un copione stabile e espone il protagonista ad una messa in scena senza rete. Il meccanismo punta alla rappresentazione in tempo reale delle dinamiche tipiche delle dirette social, nel corso delle quali emerge innanzitutto un uso del linguaggio spesso privo di limiti, frequentemente incline alla volgarità o quanto meno alla semplificazione dei messaggi. La costante interazione tra protagonista e pubblico trasforma lo spettacolo in uno spaccato fedele di quello che accade ogni giorno online.
Un frequente decadimento dei comportamenti, la sensazione falsante che i social possano realmente essere sostitutivi di rapporti umani reali. La realtà è un’altra: se non utilizzati con giudizio e consapevolezza, i social possono comportare rischi concreti per adolescenti e preadolescenti. Comportamenti pericolosamente emulativi di modelli discutibili, isolamento dal mondo reale, in definitiva una percezione della realtà sostanzialmente alterata. Nel monologo conclusivo del protagonista sembra essere questo l’allarme lanciato. Una lettura dei social network ormai ampiamente diffusa e condivisa, eppure impotente rispetto all’abuso di molti.
Irene Parracino
Sybilla Tales
Sibilla Tales è uno spettacolo particolare. Rimanda ad un contesto ormai per molti giovani perso: il contesto delle fiabe e della natura. L’attrice, sola in un “mondo” grande, quello del bosco, rende perfettamente il possibile collegamento che l’uomo può avere con la natura, un collegamento che è presentato come naturale. Inoltre racconta una storia in modo particolare: specialmente l’utilizzo delle marionette rende originale e interessante la storia che viene raccontata.
Vengono utilizzate con l’accompagnamento della voce e si collocano perfettamente nello sfondo scenografico. Tutti gli elementi dello spettacolo si mescolano alla perfezione facendo estraniare il pubblico dal contesto della propria camera trasportandolo nel contesto dello spettacolo. In questo spettacolo si rende perfettamente l’importanza di poter assistere a spettacoli teatrali nonostante il periodo storico che stiamo vivendo: l’attrice restituisce a chi guarda uno dei contesti che abbiamo tutti perso.
Livia Bellotti
Due addetti alle pulizie
Lo spettacolo inizia, e senza presentazioni o giri di parole si viene catapultati in uno scenario semplice, ma raccapricciante. Eppure questo scenario non sembra destare alcuno stupore nei protagonisti che, invece, appaiono abituati. Subito si cerca di capire cosa stia succedendo e perché quei due normalissimi giovani, si trovano proprio lì, in quel luogo e in quell’ esatto momento, ma soprattutto cosa stanno per fare.
Credo che la magia dello spettacolo sia nella pistola. Oggetto che in base a chi lo tiene in mano, determina i comportamenti dei personaggi. Infatti è proprio l’evoluzione dei protagonisti a rendere questo spettacolo affascinante; in sostanza i due non stanno facendo nulla, se non pulire un pavimento, ma riescono a far percepire tutta la tensione e le parole non dette che ci sono tra loro. Un elemento essenziale infatti è il silenzio, che fa ricordare il rapporto che c’era stato fino a quel giorno tra i due addetti alle pulizie, un rapporto di stenta conoscenza e implicite consapevolezze. Alla fine, ci si ritrova coinvolti e a tratti colpevoli del destino dei personaggi, disperati si avvicinano allo spettatore che si deve sforzare per ricordarsi che in realtà lui non ha peso nella loro vita.
Matilde Ferraro