Ogni tanto è bene fermarsi a riflettere, e più siamo a farlo meglio è. Ma riflettere su cosa? E con chi? Ad un gruppo di giovani e accaniti spettatori under25 come noi appare indispensabile ragionare su cosa significhi essere spettatori oggi, e non c’è niente di più bello che farlo insieme ad altre realtà simili alla nostra sparse sul territorio nazionale. Benvenuti allora al Festival dello Spettatore al Teatro Pietro Aretino, naturalmente ad Arezzo, nella giornata di sabato 24 ottobre ore 14:00, ultimo appuntamento di questo sofferto ma altrettanto goduto DPinTour 2020.
A dire il vero non siamo effettivamente presenti, ma in collegamento Zoom da remoto. Ci consoliamo pensando ad uno dei principali focus dell’incontro: lo statuto dello “spettatore digitale” durante la quarantena nazionale da tutti noi trascorsa fino a pochi mesi fa, per capire quanto il medium tecnologico possa incidere sulla fruizione spettatoriale, ammesso e concesso che in questi casi si possa ancora chiamare così.
Il Festival si concentra però anche e soprattutto sulla pratica spettatoriale in quanto tale, per provare a proiettarsi nel futuro immaginando nuove prospettive e modalità (che prevedano la presenza, sia chiaro!). Insomma siamo tutti riuniti per raccontarci a vicenda le nostre esperienze da spettatori, soprattutto le più recenti, per scambiarci stimoli ed impressioni a riguardo, per dire la nostra su ciò che stiamo attraversando. Facciamo la conta dei presenti a parte noi: gli Spettatori erranti, che giocano in casa, i vicini di casa ovvero i Visionari del Kilowatt Festival di Sansepolcro con il loro ulteriore progetto L’Italia dei Visionari, il liceo linguistico scientifico Giuseppe Peano con il suo laboratorio di critica teatrale in collaborazione con la rivista Gufetto, il progetto Ateatro ragazzi del Cinema Teatro Esperia di Bastia Umbra, con corsi di formazione spettatoriale per tutte le età, i ragazzi de La Konsulta di Modena, le Avanguardie del Festival 20 30 di Bologna, I pionieri della visione nell’ambito del progetto della Regione Lazio Periferie artistiche, le Officine Papage, realtà attiva fra le province di Pisa e Grosseto che durante il lockdown ha coinvolto diversi giovani in corsi di formazione online di vario tipo, l’ITT Marco Polo di Palermo con il laboratorio di social media storytelling per teenagers Teens, gli studenti salentini del progetto di Palchetti laterali, gli Spettatori Mobili di Pubblico non privato a Mantova, lo Spazio Zut! del Teatro Stabile dell’Umbria, le Case teatro del Teatro Cantiere Florida di Firenze, del Teatro del Popolo di Castelfiorentino e del Teatro delle Arti di Lastra a Signa, tutte nate grazie alla realtà culturale di Murmuris, il progetto Spettatore professionista curato da Stefano Romagnoli in collaborazione con il Festival umbro Strabismi, «un pretesto – riprendendo le parole del direttore artistico del Festival Alessandro Sesti – per ridare una funzione comunitaria al teatro», la Casa dello spettatore di Roma, e la curiosa realtà sportiva del Centro storico Lebowski , interamente gestito dai propri tifosi. Tutti i loro interventi si susseguono grazie all’allegra e simpatica conduzione di Stefano Patti e Simone Giustinelli, speakers della web radio L’ultimo nastro di Krapp.
Arriva il nostro turno, dopo l’introduzione di Tiziano Panici a prendere la parola siamo Ludovica Labanchi ed io: mettiamo in primo piano l’esperienza da poco conclusa del DPinTour2020 con parole cariche di soddisfazione, passiamo poi a celebrare l’impegno e la determinazione della direzione artistica 2019-20 nella realizzazione della settima edizione del nostro Festival, e concludiamo il nostro breve intervento con la promessa di integrare con nuovi e diversificati contenuti il Blog di Dominio Pubblico, di cui siamo entrambi responsabili (a proposito, tenetevi pronti!).
Finite le presentazioni, Simone Giustinelli fa una breve intervista al professor Gabriele Sofia sul suo libro Le acrobazie dello spettatore: dal teatro alle neuroscienze e ritorno, che ci informa di una scoperta scientifica che ci sbalordisce tutti: durante uno spettacolo teatrale i battiti cardiaci degli spettatori sembrano “sintonizzarsi” fra di loro. Se eravamo in cerca di una conferma scientifica del fatto che il teatro sia l’arte della comunità, eccoci accontentati!
È poi il momento del gioco!!! I ragazzi di Controcanto collettivo organizzano per tutti noi aspiranti spettatori lì connessi il quiz online MA CHE TI GUARDI?. Dieci quesiti lampo sulla storia del teatro che valgono un considerevole premio alla nostra Ludovica: 15 biglietti gratuiti al teatro, promotore di quest’iniziativa, che vorrà lei!
Si riprende con le interviste: prima Stefano Patti intrattiene un breve confronto con Julia Varley sull’attività svolta dall’Odin Teatret in questi ultimi mesi di incertezza e instabilità di tutto il settore teatrale, poi Simone Giustinelli passa la parola al professor Guido Di Palma, autore della prefazione all’ultimo libro del maestro Peter Brook Il dettaglio è il segreto, che ribadisce l’importanza della presenza fisica dello spettatore a teatro, ingrediente indispensabile dell’ «artigianato teatrale» di cui parla Brook.
L’evento è ormai giunto al termine. Molti sono stati gli aggettivi utilizzati per descrivere lo spettatore ideale: attivo, presente, partecipe, professionista, errante e via di seguito. Una parola del professor Sofia mi rimane particolarmente impressa: cospettatorialità, per cui l’esperienza del singolo si confonde e compenetra in quella dell’altro. Ci deprime un po’ riflettere su quanto sia essenziale la relazione dal vivo nell’ambito teatrale proprio mentre ci troviamo ad interagire gli uni con gli altri attraverso lo schermo di un computer, ma ciò non basta a frenare del tutto il nostro entusiasmo. In un momento come questo, in cui la possibilità, una volta data per scontata, di incontrarsi e condividere esperienze teatrali viene fortemente messa in dubbio, è fondamentale non perdere la speranza e la determinazione nel darsi tutti insieme da fare, anche se distanti gli uni dagli altri. Qualunque cosa ci riservi questa nuova stagione teatrale, noi di Dominio Pubblico ci siamo, ed ora, grazie al Festival dello Spettatore, siamo ancora più consapevoli di prima del fatto che non siamo soli!
Matteo Polimanti