“Nell’anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia”.
Il testo di John Steinbeck potrebbe essere tranquillamente riassunto con questa citazione. Sono parole forti, capaci di presentare il leitmotiv dell’odio che cresce, pronto a sbocciare in tutta la sua forza; basterebbe, sì, ma si perderebbe l’incredibile potenza che tutta l’opera sprigiona.
Massimo Popolizio e Emanuele Trevi durante l’incontro col pubblico. Foto © Teatro di Roma
Massimo Popolizio lo ha capito e ha deciso di creare uno spettacolo basato, appunto, sull’espressività delle parole e sul loro ritmo. Riesce a farlo grazie a diverse scelte registiche molto interessanti, che ha presentato prima di andare in scena: l’idea di portare il testo sul palco con un leggio, al fine di espanderlo, l’accompagnamento ritmato che si unisce alla voce dell’attore e la decisione di non seguire l’ordine narrativo sono scelte che puntano ad esprimere al massimo le potenzialità di un testo, facendolo proprio e creando un personale punto di vista.
Popolizio sfida coraggiosamente il teatro del movimento e dello spazio vuoto, presentando uno spettacolo privato di ogni azione e basato sul lavoro vocale dell’attore, grazie ai virtuosismi vocali di che lo hanno reso conosciuto ai più nella voce di Voldemort e dello Scar del 2019. Vince la sua personale scommessa, portando lo spettatore – o forse sarebbe meglio dire l’ascoltatore – ad abbandonarsi allo scorrere delle parole per poi colpirlo con diversi pugni allo stomaco.
© Federico Massimiliano Mozzano
Uno spettacolo, dunque, molto forte, capace di far emozionare senza avere azioni, senza personaggi, quasi privo di scenografia, che dà importanza centrale alla forza della voce, alla potenza delle parole. Un tributo, questo spettacolo, alla scuola dalla quale Popolizio viene, quella scuola testimonianza di un teatro passato. La scuola del suo maestro, la scuola di Luca Ronconi.
Matteo Di Lorenzo
Furore
dall’omonimo romanzo di John Steinbeck
FURORE Copyright © John Steinbeck, 1939. Copyright rinnovato John Steinbeck, 1967.
adattamento di Emanuele Trevi
un progetto di e con Massimo Popolizio
con musiche eseguite dal vivo da Giovanni Lo Cascio
aiuto regia Giacomo Bisordi
Teatro India, 21 novembre ore 19.00
“Massimo Popolizio e Emanuele Trevi incontrano il pubblico”
Ha introdotto Francesca Corona
In collaborazione con Teatro di Roma e l’Università La Sapienza
Foto intestazione © Federico Massimiliano Mozzano
Video e montaggio © Leonardo Imperatori