#DPinTour2019: Kilowatt Festival / DAY #9

Kilowatt Festival – L’energia della scena contemporanea – diversi perché umani

#DAY9

Mi sveglio con la luce del mattino che entra dalla finestra, luce che anticipa un’altra calda giornata. Se ieri ero un po’ disorientata dalla novità, adesso mi sento un po’ più sicura di dove andare, come muovere i piedi un quel gentile labirinto di Sansepolcro.

Vado a Palazzo delle Laudi, dove si sta svolgendo l’incontro pubblico tra i Visionari e le compagnie esibitesi il giorno prima. Perché anche questo è partecipare: ascoltare il processo creativo e, con domande e risposte, analizzarlo ed estrapolarne i vari intrecci, per immergersi ed essere parte del DNA di quel frutto nato dal genio artistico.

Tra la fine dell’incontro e il prossimo spettacolo c’è ancora tempo, tempo per potersi guardare intorno, perdersi nella magia del borgo, condividere un pasto con i ragazzi del posto, dediti a portare avanti quel prezioso progetto che va avanti da ben 17 anni.

Nel tardo pomeriggio, ricomincia il Festival e continua il mio percorso d’osservazione. Inizia con “Quattro quadri su Ernest Hemingway: Primo Studio”, un lavoro ancora in via di sviluppo della Compagnia TrentoSpettacoli di Stefano Cordella e che vede la sua anteprima proprio all’interno del programma del Kilowatt. Lo studio vuole raccontare la vita il genio di Ernest Hemingway tramite la rappresentazione della sua opera letteraria.

Successivamente, ci si sposta al Teatro della Misericordia, dove va in scena Caroline Baglioni, con la regia di Michelangelo Bellani, in Mio padre non è ancora nato. Racconta un rapporto difficile: quello tra padre e figlia. Un padre che non c’è, né fisicamente in scena né nella vita della ragazza, e lei che cammina, portando in mano, contenuto in due taniche d’acqua, il peso del rancore e dell’esasperazione, di aver provato per tutta la vita a far capire al suo genitore il suo dolore, e si chiede quale sia il costo del perdono e se può essere pagato.

La sera è giunta ed è venerdì. La piazza si riempie di ragazzi e famiglie, allietati dalla frescura estiva, intenti a fare una passeggiata, a prendere un gelato, e ad assistere ad un altro elemento chiave del Kilowatt: il circo. Sì, perché circo non è solo un tendone, ma anche analisi, esplorazione scenica e creativa. Da questo leitmotiv parte il progetto del collettivo Fabbrica C, che, con i loro Minuetti, ci fanno vivere, minuto per minuto, ogni 59 secondi, uno scenario diverso, che si dividono e si sovrappongono, tra danza, teatro e magia.

A chiudere la serata, nel chiostro di Santa Chiara, c’è Yorick ad aspettarci. Lo Yorick di Leviedelfool. Il matto buffone di corte che si risveglia dal torpore del sottosuolo, nel rivedere la tragedia dell’Amleto svolgersi ancora una volta sulla terra dei vivi. Di nuovo ancora l’apparizione del fantasma del padre di Amleto, di nuovo ancora morte di Ofelia, di nuovo ancora il duello finale. È tutto un ripetersi di morte, cinismo e vana speranza. Un ripetersi di parole, boati e movimenti nervosi. Un ripetersi della storia umana.

 

Le foto sono di Elisa Nocentini e Luca del Pia / Staff Kilowatt Festival