Progetto demoni, passaggio del testimone.
Lo spettacolo si sviluppa in una casina che stritola e deforma lo spazio teatrale, le emozioni ed i corpi degli stessi attori e che non ti dà nessun tipo di scelta spaziale, costringendoti a guardare. Se prima il palcoscenico esaltava la finzione facendo respirare pubblico e attore, ora entrambi si trovano in uno spazio dalle architetture irrimediabilmente concrete. Ogni forchetta trave mattone ha un peso sulla realtà che non smetti di provare anche una volta uscito dalla casa.
La safe zone dello spettatore viene distrutta non tanto dall’attore che interagisce con esso, ma dal palco stesso, o meglio dall’assenza di esso. In tutto lo spettacolo gli attori spostano a loro piacimento lo spettatore nelle stanze di questa casa rendendolo oggetto scenografico e avvicinandolo in modo drammatico alla storia raccontata. Un uomo ed una donna, stritolati da uno spazio che hanno caricato di promesse infantili e che ora si sono depositate pesanti sulle foto, sulla tovaglia e sulle facce degli stessi, qui il teatro non è più movimento ma solo rassegnazione scandita da movimenti di riempimento e sottrazione dello spazio.
Ogni scena è fuori dal tempo, ma comunque parla allo spettatore nel suo punto più intimo. Lo spettacolo si gioca sul vuoto, dal vuoto delle stanze quando nel mezzo della scena i protagonisti lasciano la camera, al vuoto dei dialoghi che creano una sospensione temporale; una impossibilità dei due personaggi di cambiare il loro stato fallimentare e che si avvicina all’opera di beckett ” aspettando Godot”. L’opera si conclude con la scomparsa dei due attori all’interno della casa stessa, lasciando per terra i pezzi del loro tentativo disperato di rendere mobile uno spazio netto. Lo spettatore viene lasciato solo nella stanza coi fallimenti dei protagonisti, invitati a continuare il lavoro iniziato dai due; chi guarda viene investito dalla scenografia che quasi chiede di essere raccolta, la si sente vicina; si sente sulla pelle la promessa che quegli oggetti avevano ed ora hanno perso, completamente svuotati da uno spazio che soffoca ogni tentativo di cambiamento.
Ludovico Venturi
DAL 13 AL 21 LUGLIO 2018
KILOWATT FESTIVAL – SANSEPOLCRO (Arezzo)
L’energia della scena contemporanea
DIVERSI PERCHÉ UMANI