Effetto Sansepolcro

*Vorrei scusarmi per il fatto che questo articolo non parlerà molto dell’aspetto artistico del festival, bensì dell’effetto che questa esperienza sta avendo su di me*

Si potrebbe dire che Kilowatt è proprio un nomen omen. Sia per descrivere questo festival che, ancor più in generale, per descrivere l’esperienza di essere a Sansepolcro per Kilowatt. Nonostante siano trascorsi pochi giorni dal nostro arrivo, molti di noi hanno l’impressione di essere qui da molto più tempo. Ciò è dovuto, in buona parte, alla fitta agenda di attività che abbiamo, ma forse è anche dovuto all’affiatamento che si è creato all’interno del gruppo. Una menzione di onore va fatta alle sistemazioni dove ci troviamo (parlo soprattutto per noi degli appartamenti 3, 4 e 5) nella “casa rosa”. Questo posto sta contribuendo a creare un senso di comunità e di gita del 5to liceo sempre più forte, sia perché ci sembra di essere in un unico grande ambiente tutto condiviso, sia per Alfonso, il gestore. Ormai lo chiamiamo Don Alfonso, perché è una persona meravigliosa, lo zio adottivo del gruppo Kilowatt 2018, gentile e sempre alla mano.
Parlando a titolo personale sono davvero molto contento di avere questi “compagni di avventura”, perché li sento più vicini a me di altre persone che conosco da molto più tempo. È incredibile come la situazione giusta ti può portare ad aprirti e a legarti in così poco tempo e anche con così tanta gente. Naturalmente con ognuno in modo diverso ma, proprio come recita il motto del festival, “diversi perché umani”. Consiglierei a chiunque un’esperienza simile, per provare qualcosa di insolito, per imparare sulla bellezza del mondo del teatro e degli spettacoli dal vivo, per conoscere altri luoghi, per conoscere meglio sé stessi ma, soprattutto, per dimostrare che i muri che dividono li costruiamo -in primis- nella nostra testa, e che li si può far crollare molto più facilmente di quello che si crede.

Cristofer Pedroso 

DAL 13 AL 21 LUGLIO 2018
KILOWATT FESTIVAL – SANSEPOLCRO (Arezzo)
L’energia della scena contemporanea
 DIVERSI PERCHÉ UMANI