Preferisco il rumore del mare
BALT Collettivo
13 gennaio – h.20:30
14 gennaio – h.17:30
presso: Argot Studio (Via Natale del Grande, 27)
Ideazione: Francesco Altilio, Alessandro Balestrieri, Francesca Mignemi e Eleonora Paris
Con: Alessandro Balestrieri e Eleonora Paris
Musiche Originali: Francesco Altilio
Una produzione:Teatro della Caduta
Con il sostegno di: Matutateatro, Officine Papage e CURA Centro Umbro Residenze Artistiche
“Fabbricare fabbricare fabbricare
Preferisco il rumore del mare
Che dice fabbricare fare e disfare
Fare e disfare è tutto un lavorare
Ecco quello che so fare”
Dino Campana
CHE LAVORO VUOI FARE DA GRANDE?
Il lavoro fa parte del nostro immaginario fin da bambini, quando una delle prime domande era: “che lavoro vuoi fare da grande?”.
Siamo cresciuti con la promessa di ottenere successo in proporzione al nostro impegno. Chi non sta nelle logiche dell’efficienza è destinato a vivere con una spada perennemente puntata sul capo, da se stesso in primis. Siamo noi gli ormai accertati datori di lavoro di noi stessi, stacanovisti e sempre pronti a sacrificarci per non mettere a repentaglio la riuscita della nostra performance.
Il tempo della vita e il tempo del lavoro non sono più separati. Tutto è lavoro. Tutto andrà ad infoltire il nostro curriculum. Tutto è prestazione, uno strumento per ottenere un obiettivo, un mezzo per un fine. Noi stessi siamo strumenti per un fine: quale?
Il grande credo che ci unisce è la promessa che il lavoro ci renderà salvi, proteggendoci dal fallimento e dalla povertà. Ci comportiamo nei suoi confronti come i fedeli di fronte a Dio.
La felicità è rimandata al giorno in cui i nostri sforzi ci faranno assurgere alle vette del successo. Sacrifichiamo il tempo, offriamo la nostra persona, abbiamo fede nel fatto che il nostro impegno costruirà, pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, il nostro paradiso. Cerchiamo disperatamente attraverso il lavoro un modo per appartenere a qualcosa, per avere un ruolo, per essere visti e riconosciuti dalla società. Cerchiamo una via di fuga dall’incertezza, dalle domande senza risposta, dal vuoto, dal caos e dalla morte.
Per info:
info@teatroargotstudio.com
Il costo di un biglietto è di 8€
Con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”